approfondimenti

2 Dicembre 2020

Testosterone, sport e doping

autore Dott. Paolo Facondo

Senza troppi giri di parole il Dott. Facondo ci ricorda che la lotta al doping la si può vincere solamente unendo le forze.


Con il termine “doping” ci si riferisce tradizionalmente ad una sostanza proibita nella pratica sportiva in quanto da essa l’atleta potrebbe trarne vantaggio. Pertanto è stata istituita fin dal 1999, la WADA (World Antidoping Agency), agenzia mondiale antidoping che coordina le attività delle varie organizzazioni nella lotta al doping in ambito sportivo. Ogni anno, a partire dal 2004, la WADA aggiorna e pubblica la lista delle sostanze/farmaci dopanti, ovvero delle sostanze proibite in ambito sportivo [1]. Vari farmaci sono nella lista delle sostanze proibite nella pratica sportiva: agenti anabolizzanti, modulatori ormonali, insulina, beta 2 agonisti, diuretici, fattori di crescita, eritropoietina (per qualsiasi sport); beta bloccanti (solo in alcuni sport, tra cui tiro con l’arco, automobilismo e sci); stimolanti e glucocorticosteroidi (solo in corso della gara sportiva). Tuttavia, molti dei farmaci inclusi in questa lista sono necessari per il trattamento di diverse patologie endocrine e sono essenziali negli atleti endocrinopatici.

In questo contesto diviene pertanto determinare il ruolo del medico endocrinologo. Affinché l’atleta endocrinopatico possa potere utilizzare un farmaco (necessario per la sua patologia, ma proibito nella pratica sportiva), è necessario che il medico di competenza richieda l’esenzione per l’utilizzo del farmaco per fini terapeutici (TUE, therapeutic use exemption) [2] [3]. Per il rilascio del TUE è necessaria la collaborazione tra l’endocrinologo (che attesti la patologia endocrina nell’atleta) ed il medico dello sport (che in genere si incarica della richiesta di TUE). La WADA prevede la possibilità di partecipare alle competizioni sportive per quegli atleti che, per condizioni patologiche documentate e certificate, debbano assumere sostanze vietate dalla lista WADA, previo obbligatorio ottenimento del TUE (l’atleta a cui lecitamente è stato rilasciato il TUE evita le sanzioni previste in caso di riscontro, nel campione analizzato durante i controlli anti-doping, di una sostanza inclusa nella lista delle sostanze vietate). Il TUE richiesto dal medico (indicante il farmaco prescritto rientrante nella lista WADA dei farmaci proibiti) deve poi essere approvato dagli organi nazionali della WADA [Nota: in Italia è la NADO (Organizzazione Nazionale Anti Doping), dal cui sito il medico può fare la richiesta di TUE, che deve essere poi approvato e rilasciato da NADO all’atleta].

Il TUE può essere richiesto dal medico solo se sussistono le seguenti condizioni: 1) l’atleta potrebbe subire un grave danno alla propria salute se fosse sospesa l’assunzione della sostanza vietata; 2) l’uso terapeutico della sostanza vietata non produce alcun miglioramento supplementare della prestazione sportiva; 3) non vi è alcuna ragionevole alternativa terapeutica all’uso della sostanza vietata.

I farmaci proibiti da WADA nella pratica sportiva possono dunque essere assunti dall’atleta solo previa richiesta di TUE da parte del medico e successiva approvazione e rilascio del TUE da parte degli organi nazionali della WADA. Ogni TUE per una certa sostanza è concesso per una dose, frequenza, via di somministrazione e durata specifici (informazioni specifiche per ciascun farmaco sono presenti sul sito NADO Italia [4]). Sono previste sanzioni penali per l’atleta e per il medico che non rispettano le norme per il rilascio del TUE.

Numerose sono sostanze proibite nella pratica sportiva ma essenziali negli atleti con patologie endocrine (insufficienza surrenalica, diabete mellito, deficit di GH, infertilità maschile e femminile, ipogonadismo maschile e disforia di genere MtF e FtM) [3]. Tra questi farmaci, rientrano gli steroidi androgeni anabolizzanti, in primis il testosterone.

La WADA riconosce come cause valide per la prescrizione del testosterone nell’atleta solamente il comprovato ipogonadismo maschile da cause organiche, escludendo l’ipogonadismo late onset (ipogonadismo del paziente anziano) e l’ipogonadismo funzionale (es. da abuso di alcool o cannabinoidi, oppure secondario ad obesità, disturbi del comportamento alimentare, sindrome metabolica, farmaci) [5].

WADA specifica anche le condizioni per porre la diagnosi di ipogonadismo maschile organico: è necessario eseguire (entro le ore 10.00 del mattino, su due prelievi ripetuti entro un periodo di 4 settimane e ad almeno una settimana di distanza tra loro) il dosaggio sierico di testosterone totale, FSH, LH, SHBG (mentre il dosaggio del testosterone libero è ritenuto attendibile solo se eseguito con metodo di dialisi all’equilibrio). Per la richiesta di TUE [sul sito NADO Italia], al fine di prescrivere il testosterone, è indispensabile fornire una documentazione completa (clinica e laboratoristica) necessaria ad attestare la comprovata diagnosi di ipogonadismo maschile (da causa organica) nell’atleta. In tale contesto, la validità della TUE per la prescrizione di testosterone ha durata massima di 4 anni. La tipologia, la dose e la cadenza di somministrazione delle formulazioni di testosterone devono essere registrate e sottoposte a revisione obbligatoria annuale (o a cadenza più breve in caso di variazioni terapeutiche) [2] [3]. L’atleta deve inoltre sottoporsi a test sierici-urinari regolari (almeno 1-2 volte l’anno) e mantenere il dossier farmaceutico a disposizione degli organi controllori. Per validare la continuità della terapia, gli atleti già in trattamento devono interrompere la somministrazione di testosterone per un periodo di tempo sufficiente ad attestare la necessità della terapia (wash-out variabile in base alla formulazione di testosterone utilizzata).

La WADA regolamenta anche la prescrizione di testosterone negli atleti transgender FtM (female to male). Le informazioni mediche necessarie alla richiesta e alla concessione della TUE non hanno lo scopo di definire i criteri di ammissibilità di questi atleti alla competizione sportiva (affidati alle diverse federazioni sportive), ma servono per l’utilizzo del testosterone negli atleti ritenuti idonei. La TUE per l’utilizzo dei preparati a base di testosterone negli atleti FtM ha validità di circa 10 anni e le regole stringenti per la prescrizione del farmaco sono sovrapponibili a quelle previste per l’assunzione di testosterone negli atleti con ipogonadismo organico [2] [3].

Infine, va considerato che (questo vale per il testosterone e anche per altri farmaci proibiti dalla WADA) un problema insoluto resta la possibilità che l’atleta tenti fraudolentemente (senza averne indicazione per patologia endocrina) di ottenere la prescrizione terapeutica di un farmaco incluso nella lista delle sostanze proibite. Va sottolineato che, per rilevare un abuso illecito di sostanze proibite, gli organi nazionali della WADA hanno il diritto di controllare gli atleti in possesso di TUE con verifiche quantitative e qualitative. E’ dunque importante la collaborazione tra endocrinologo e medico dello sport, al fine di seguire le direttive della WADA in merito alla richiesta di TUE (in termini di criteri diagnostici e terapeutici) per gli atleti con endocrinopatia.

BIBLIOGRAFIA

[1] World Anti-doping Agency (WADA). World anti-doping code. January 2020.

[2] Di Luigi L, Pigozzi F, Sgrò P, et al. The use of prohibited substances for therapeutic reasons in athletes affected by endocrine diseases and disorders: the therapeutic use exemption (TUE) in clinical endocrinology. J Endocrinol Invest 2020, 43: 563–73.

[3] World Anti-doping Agency (WADA). International standard for therapeutic use exemptions. January 2019.

[4] www.nadoitalia.it

[5] Kwong JCC, Krakowsky Y, Grober E. Testosterone deficiency: a review and comparison of current guidelines. J Sex Med 2019, 16: 812–20.

[6] Delle Cese F. AME Flash. Giugno 2020.