14 Ottobre 2021
LGBTI: passi concreti verso una migliore accoglienza sanitaria
autore Dott. Andrea Delbarba
Vogliamo rimarcare con questo articolo la fondamentale importanza di sensibilizzare l’ambito sanitario (e non solo) in merito all’accesso ad un’assistenza sanitaria competente ed accogliente per la popolazione LGBT. L’acronimo LGBT definisce ed accomuna tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
È necessario approfondire questo argomento in quanto la popolazione LGBT può spesso presentare condizioni patologiche, quali obesità, diabete mellito di tipo 2, patologie cardiovascolari, abuso di alcol, fumo o sostanze, malattie sessualmente trasmissibili e comorbilità psichiche. Questo dato può rappresentare una conseguenza di fattori che includono la discriminazione (sanitaria e non, che purtroppo tale popolazione ancora oggi può ricevere), comportamenti a rischio, la reticenza a sottoporsi a screening medici ed anche un livello di prestazioni sanitarie non sempre competenti verso tale popolazione. In merito, può fare riflettere quanto dichiarato da Alex Keuroghlian, professore di psichiatria alla Harvard Medical School: “Dodici anni. È questa la riduzione media nell’aspettativa di vita di membri della comunità LGBT che vivono in comunità con un elevato tasso di pregiudizi nei loro confronti. Si tratta degli effetti dello stress, dello stigma e della discriminazione strutturale che aumenta il rischio di patologie organiche o psichiche”.
Questi aspetti rendono indispensabile che il personale sanitario sia formato ad accogliere in modo appropriato ogni individuo, senza alcun tipo di discriminazione sessuale o di genere. Infatti, come rimarcato dallo stesso Keuroghlian “Non vi sono ragioni biologiche per cui una minoranza sessuale debba avere una salute peggiore. Tutte le persone sono uniche e devono essere trattate in modo centrato sulla persona”.
Come migliorare, dunque, tale situazione con passi concreti? Un primo passo importante nella giusta direzione potrebbe essere quello di creare cartelle cliniche più inclusive, in cui possano essere inseriti dati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, i pronomi e il nome con cui la persona desidera essere chiamata. Affinché ciò sia possibile, il personale sanitario deve essere formato al fine di raccogliere queste informazioni in modo corretto e rispettoso delle differenze culturali e sociali. Il medico deve essere in grado di accogliere sempre e comunque la richiesta di bisogno del paziente, ascoltando la persona in modo empatico e chiedendole cosa sente e come si sente emotivamente, che impatto ha la sua identità sessuale o di genere sulla sua personalità, sessualità e qualità di vita. È inoltre utile impostare una strategia globale di approccio diagnostico-terapeutico che tenga conto di tutti i fattori in gioco nella persona, con un atteggiamento che non sia mai giudicante. È infine importante raccogliere informazioni sui centri specialistici più organizzati, accoglienti e competenti in merito, al fine di indirizzarvi i pazienti più in difficoltà.
In tale senso, ci teniamo orgogliosamente a sottolineare che il servizio di Endocrinologia/Andrologia della ASST Spedali Civili di Brescia, ha finalmente attivato, a partire dal primo luglio 2021, il servizio di erogazione gratuita dei farmaci ormonali utilizzati per la riassegnazione di genere nei pazienti con disforia di genere. Attualmente rappresentiamo nel panorama lombardo l’unica sede fuori Milano ad offrire tale servizio come da normativa ministeriale.
Infine, vogliamo sottolineare la realizzazione, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, del portale Infotrans (https://www.infotrans.it), inteso come portale istituzionale dedicato al benessere e alla salute delle persone transgender e che offre la possibilità di trovare i servizi dedicati alle persone transgender divisi per mappa geografica. Trovate il nostro centro anche qui!