10 Settembre 2019
Penis sanus in corpore sano (et movente)
autore Dott. Jacopo Severino Tasca
Accolgo e diffondo con enorme piacere un articolo scritto da un amico esperto di Medicina dello Sport che ha realizzato un piacevolissimo focus su sport e disfunzione sessuale. Buona lettura.
Per corrispondenza: jacoposeverino.tasca@gmail.com
La Disfunzione Erettile (d’ora in poi, DE) è la più frequente tra le disfunzioni sessuali maschili. E’ definita come l’incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione peniena di sufficiente qualità e durata ai fini di una soddisfacente attività sessuale.1
La DE ha un impatto negativo sulla qualità di vita e sul benessere, inoltre può essere ulteriormente associata ad ansia e depressione.
La sessualità è una componente importante della salute fisica e mentale, o meglio, del sistema mente-corpo2, soprattutto in questi ultimi decenni in cui, nonostante l’aumento dell’età media della popolazione maschile, sembra proprio dipendere da quest’ultima (ovvero dal partner maschile) la continuità della pratica dell’attività sessuale nelle coppie eterosessuali. La salute (sessuale) di coppia parrebbe dunque correlata alla performance della controparte maschile principalmente.3
Di converso la sessualità può essere considerata espressione di salute (dunque di funzione) del sistema mente-corpo, che è perciò propenso a perseguire con elevata probabilità di successo la fitness riproduttiva.
Ergo: Penis sanus in corpore sano.
La DE infatti (soprattutto quella di grado lieve) è emersa come importante indicatore di sottostante patologia cardiovascolare, con la quale condivide fattori di rischio non modificabili e modificabili: ipertensione arteriosa, obesità, diabete mellito, dislipidemia, sindrome metabolica, aterosclerosi e cardiopatie e/o vasculopatie conclamate, inattività fisica (sedentarietà) e fumo di sigaretta.4, 5, 6
Analizzando infatti il fenomeno da una prospettiva inerente alla sola res extensa (ossia corporea), l’erezione peniena è sostanzialmente un processo emodinamico caratterizzato da un aumentato afflusso arterioso e da un contestualmente ridotto efflusso venoso; la DE può essere perciò considerata come un segnale precoce di danno vascolare, verosimilmente predittivo di futuri eventi cardiovascolari.
Il denominatore comune sarebbe la disfunzione/infiammazione endoteliale che, alterando (ossia riducendo) la produzione di Ossido Nitrico (NO), mediatore imprescindibile della regolazione del tono vascolare arterioso, impedisce una fisiologica congestione dei corpora cavernosa, vanificando di fatto l’erezione.7
L’esercizio fisico si è dimostrato un componente dello stile di vita tra i più fortemente correlati con la funzione erettile, nonché il più importante promotore di salute vascolare.8, 9
Diversi studi osservazionali hanno inoltre già evidenziato come la pratica di esercizio fisico a moderata e vigorosa intensità sia ormai associata ad una normale funzione erettile e ad un minor rischio di DE.10, 11
Ma ancor meno sorprendente è l’effetto protettivo dell’esercizio fisico nei confronti di uomini affetti da ipertensione, obesità e sindrome metabolica, nonché altri fattori di rischio o patologie documentate.12, 13, 14, 15
La verosimile spiegazione alla base di questi risultati è che la pratica di regolare attività fisica, prevalentemente aerobica ed a moderata-vigorosa intensità, sarebbe in grado di migliorare la funzione endoteliale e la produzione di NO, ottimizzando di conseguenza la funzione erettile.16, 17
Fino qua, nulla di nuovo sotto il sole: le precedenti reviews pubblicate si erano concentrate esclusivamente sulla significatività degli effetti dell’esercizio fisico sulla funzione erettile e sui sottostanti meccanismi fisiologici, concludendo come essa fosse uno strumento efficace, non invasivo e non farmacologico. Tuttavia, mancava un approfondimento sul “how”, ossia sulle componenti di un programma di attività fisica necessarie al trattamento della DE.
Una recente Revisione Sistematica18 di studi di intervento ha consentito di aprire una breccia nella comprensione più approfondita del livello di esercizio fisico, ossia della sua scomposizione in modalità, intensità, durata, frequenza e dose settimanale, nonché periodizzazione, necessario al miglioramento della funzione erettile in uomini sedentari, ipertesi, affetti sa Sindrome Metabolica e/o malattie cardiovascolari conclamate.
La revisione ha selezionato 10 articoli (trial controllati randomizzati e non) pubblicati tra il 2006 ed il 2016, mirati allo studio di uomini di almeno 18 anni di età con DE vascolare e fattori di rischio per patologie cardiovascolari.
Il grado di disfunzione è stato misurato mediante IIEF Score (International Index of Erectile Function) sia all’inizio sia al termine dell’intervento. Sono stati esclusi soggetti affetti da DE causata da neuropatie, disordini ormonali, disturbi psichiatrici, neoplasie, diabete mellito conclamato, HIV, epatopatie, nefropatie, interventi chirurgici, radioterapia ed effetti collaterali a trattamenti farmacologici.
L’intervento è consistito nella prescrizione di esercizio fisico (declinato in vari protocolli di intensità, modalità, durata e frequenza) al fine di trattare la DE: la modalità prevalente è stata quella aerobica, l’intensità moderata, la durata media di sessione da 30 a 60 minuti, 4 sessioni in media a settimana e per un periodo medio totale di 6 mesi.
I risultati hanno evidenziato come l’allenamento aerobico continuo ad intensità moderata ed intervallato siano elementi chiave efficaci nel determinare un miglioramento della funzione erettile in uomini affetti da DE vascolare, mostrando inoltre come l’allenamento della forza (potenziamento muscolare con i pesi) sia un ulteriore efficace complemento all’allenamento aerobico.
IIEF scores all’inizio (blu) e al termine del periodo di intervento (arancione). Si nota un aumento significativo dello score nella totalità degli studi che rispettavano i criteri di inclusione, che correla con un miglioramento della funzione erettile manifestata dai pazienti oggetto di studio. IIEF (International Index of Erectile Function).18
La dose settimanale minima di esercizio fisico rivelatasi più adeguata è risultata 160 minuti, distribuiti in 4 sessioni settimanali da 40 minuti ciascuna di allenamento ad intensità da moderata ad elevata, soprattutto per i soggetti con almeno un fattore di rischio, ad eccezione dei soggetti in sovrappeso od obesi che hanno riscontrato miglioramenti a dosi superiori (200 – 300 minuti).
I 150 minuti settimanali di esercizio fisico raccomandati dalla WHO per i soggetti sani costituirebbero una dose lievemente inferiore rispetto a quella evinta dallo studio, tuttavia potrebbero essere considerati quasi sufficienti per contenere il rischio di sviluppare DE negli anni. Ad ogni modo, per guadagnare benefici ulteriori sarebbe necessario (come precisa la WHO stessa) incrementare gradualmente l’intensità e/o la durata settimanale di allenamento.
Tali risultati rendono necessari ulteriori studi al fine di rafforzare l’evidenza e per approfondire l’effetto che l’esercizio fisico esercita in termini di prevenzione e trattamento della DE in soggetti con uno o più fattori di rischio, valutando ad esempio follow-up di più lunga durata, implementando il potenziamento muscolare ed analizzando il comportamento di parametri di fitness cardiorespiratoria in relazione ad indici di valutazione di funzione erettile.
In conclusione la prescrizione di esercizio fisico costituisce un innegabile ed efficace intervento nella prevenzione e nel trattamento della disfunzione erettile vascolare: paradossalmente questo strumento viene raramente raccomandato nella pratica clinica, probabilmente poiché non gode ancora di ottimale considerazione, anche in virtù del fatto che v’è ancora latitanza di linee guida evidence-based che consentano di prescriverlo in modo individualizzato a complemento delle altre terapie attualmente a disposizione dei pazienti.
L’esercizio fisico si candida in definitiva come un pilastro del trattamento e come motivazione ulteriore per cambiare stile di vita e migliorare la salute cardiovascolare e sessuale.
BIBLIOGRAFIA / APPROFONDIMENTI
[1] Graugaard C. Sexuality as a health-promoting factor—theoretical and clinical considerations. Nat Rev Urol 2017;1410:577-578.
[2] Aristotele, De Anima, Cambridge University Press.
[3] Beckman N,Waern M, Gustafson D, et al. Secular trends in self reported sexual activity and satisfaction in Swedish 70 year olds: cross sectional survey of four populations, 1971e2001. BMJ 2008;337:a279.
[4] Brian Dick, Amit Reddy, Andrew T. Gabrielson, W. J. H. Organic and Psychogenic Causes of Sexual Dysfunction in Young Men. Int. J. Med. Rev. 4, 102–111 (2017).
[5] Meldrum DR, Gambone JC, Morris MA, et al. The link between erectile and cardiovascular health: the canary in the coal mine. Am J Cardiol 2011;108:599-606.
[6] Selvin E, Burnett AL, Platz EA. Prevalence and risk factors for erectile dysfunction in the US. Am J Med 2007;1202:151-157.
[7] Meldrum DR, Gambone JC, Morris MA, et al. A multifaceted approach to maximize erectile function and vascular health. Fertil Steril 2010;947:2514-2520.
[8] Cheng JY, Ng EM, Ko JS, et al. Physical activity and erectile dysfunction: meta-analysis of population-based studies. Int J Impot Res 2007;193:245-252.
[9] Meldrum DR, Gambone JC, Morris MA, et al. Lifestyle and metabolic approaches to maximizing erectile and vascular health. Int J Impot Res 2012;242:61-68.
[10] Maiorino MI, Bellastella G, Esposito K. Lifestyle modifications and erectile dysfunction: what can be expected? Asian J Androl 2015;171:5-10.
[11] Glina S, Sharlip ID, Hellstrom WJ. Modifying risk factors to prevent and treat erectiledysfunction. J Sex Med 2013; 101:115-119.
[12] Lamina S, Okoye CG, Dagogo TT. Therapeutic effect of an interval exercise training program in the management of erectile dysfunction in hypertensive patients. J Clin Hypertens (Greenwich) 2009;113:125-129.
[13] Maresca L, D’Agostino M, Castaldo L, et al. Exercise training improves erectile dysfunction (ED) in patients with metabolic syndrome on phosphodiesterase-5 (PDE-5) inhibitors. Monaldi Arch Chest Dis 2013;804:177-183.
[14] Hannan JL, Maio MT, Komolova M, et al. Beneficial impact of exercise and obesity interventions on erectile function and its risk factors. J Sex Med 2009;6(Suppl 3):254-261].
[15] Kalka D, Domagala Z, Dworak J, et al. Association between physical exercise and quality of erection in men with ischaemic heart disease and erectile dysfunction subjected to physical training. Kardiol Pol 2013;716:573-580.
[16] La Vignera S, Condorelli R, Vicari E, et al. Aerobic physical activity improves endothelial function in the middle-aged patients with erectile dysfunction. Aging Male 2011; 144:265-272.
[17] Maio G, Saraeb S, Marchiori A. Physical activity and PDE5 inhibitors in the treatment of erectile dysfunction: results of a randomized controlled study. J Sex Med 2010;76:2201-2208.
[18]GerbildH, Larsen CM, Graugaard C, Areskoug Josefsson K. Physical Activity to Improve Erectile Function: A Systematic Review of Intervention Studies. Sex Med 2018;6:75e 89.